Un po’ mi secca perdere tempo per entrare in quella che sembrerebbe una polemica ma che, in fondo, polemica non è.
Come indicato nel post del 28 settembre, la rivista Il Salvagente (n. 38 del 27 settembre) pubblica un servizio sui vaccini
qualcosa del quale è riportata nell’edizione
messa in rete. L’edizione cartacea, decisamente più estesa, contiene
un’intervista con la dottoressa Stefania Salmaso dell’Istituto superiore
di sanità che, come c’era da attendersi, difende a spada tratta i
vaccini e il loro impiego così come è fatto oggi....
Tralasciando alcune
affermazioni che destano, quanto meno, perplessità e sui cui non voglio
entrare, sono costretto a rispondere a qualcosa che è al limite del
ragionevole e che mi pare piuttosto una robusta zappata sui piedi.
Cito verbatim la conclusione dell’articolo (pag. 41):
Ancora più
netta la risposta agli studi di Montanari: “Tutti i lotti di vaccini
immessi in commercio sono testati attraverso una serie di controlli di
qualità stringenti e standardizzati da parte di diversi istituti
europei, tra cui anche l’Istituto superiore di sanità. I controlli sono
complessi e di qualità certificata, non fanno testo osservazioni di
singoli studi effettuati in modo estemporaneo e non riproducibili”.
A questo punto la dottoressa Salmaso dovrebbe spiegarsi meglio.
Se su tutti i lotti si
effettuano “controlli di qualità stringenti e standardizzati”, come
possono essere sfuggiti inquinanti vistosi come le polveri che abbiamo
trovato?
Che cosa significa che la
qualità è certificata? Se chi certifica i controlli trascura la presenza
di polveri di acciaio, di Piombo, di Titanio, di Tungsteno e
quant’altro, che razza di certificazione è?
L’ultima sarebbe buffa se
non fosse allarmante. Sorvolando su una definizione come “studi
effettuati in modo estemporaneo e non riproducibili” che indicano con
tutta evidenza una mancata informazione (e mi fermo qui, augurandomi che
la dottoressa abbia la prudenza d’informarsi prima di sparare altre
stravaganze), ci spiegherà la dottoressa Salmaso come mai su 20 campioni
di 20 vaccini diversi prodotti da case diverse in tempi diversi e
analizzati in momenti diversi c’era costantemente la presenza di polveri
inorganiche non biodegradabili, non biocompatibili, certo non indicate
nel bugiardino? Perché rilevazioni oggettive rivelatesi positive in 20
casi su 20 non farebbero testo? Anche ammettendo che si sia trattato di
20 coincidenze su 20 (roba che, se fosse così, mi metterei a giocare al
Totocalcio), che cosa pensa la dottoressa che accada se s’inietta quella
roba in 20 soggetti, magari bambini?
Se mi si permette un
parere, davanti a un risultato del genere, estemporaneità o non
estemporaneità, un istituto che pretenda credibilità si sarebbe dovuto
attivare immediatamente per valutare un aspetto che evidentemente non ha
mai considerato. Potrei andare oltre ma preferisco fermarmi qui. Sappia
solo la dottoressa Salmaso che a lei è affidato un compito
importantissimo di protezione della salute pubblica e che qui contano
solo i fatti. E, magari, un po' meno di presunzione o, se preferisce, un
po' più di modestia non avrebbe guastato. Non per lei, ma per tutti.
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