Torna d’attualità la questione Ogm, in
virtù di una sentenza della Corte di Giustizia europea dell’estate
scorsa che proibisce la commercializzazione di sementi di
specie non iscritte nel catalogo ufficiale europeo. Sentenza che, di
fatto, mette fuori commercio tutte le sementi di varietà tradizionali,
dato che nel catalogo ufficiale europeo sono iscritte esclusivamente
tipologie prodotte da ditte sementiere multinazionali (la Monsanto su
tutte)....
Come se non bastasse la pressione
dell’Unione europea a tarpare le ali alla sovranità alimentare degli
Stati nazionali, vi è pure l’ingerenza statunitense. Rovistando tra le
pubblicazioni del sito
Wikileaks, pubblicate prima
dell’inopinato arresto di Julian Assange, si trova conferma di questa
volontà da parte di Washington. Da alcuni cablogrammi usciti nel marzo
2011, infatti, emerge forte e chiaro l’interesse statunitense ad imporre
in Europa l’utilizzo degli Ogm in agricoltura, anche tra i Paesi non
ancora favorevoli a questo tipo di politica, nociva per l’ambiente e per
la salute dei consumatori ma proficua per le multinazionali.
A provocare il disappunto degli Stati
Uniti, stando a quanto si legge, fu anche l’Italia ai tempi di Gianni
Alemanno ministro dell’Agricoltura. Nel 2003 un decreto legge presentato
da Alemanno contro gli Ogm generò una reazione americana sotto forma di
intensa attività diplomatica al fine di impedire al decreto di venire
approvato in Consiglio dei ministri. Una vera e propria campagna di
diffamazione verso l’allora ministro dell’Agricoltura italiano partì da
Washington all’indirizzo di vari esponenti del governo italiano e del
Vaticano. Eccone lo stralcio pubblicato da Wikileaks: “Non sa niente di
agricoltura e di scienza, ma non dobbiamo sottostimare lui e la sua
determinazione a fare carriera: è uno che conosce la politica dalla base
fino ai vertici”. A fronte di tali pressioni, il governo italiano provò
a rassicurare l’alleato atlantico attraverso le parole del
Sottosegretario di Stato Gianni Letta: “Il decreto legge non è
nell’agenda del Consiglio dei ministri per quella settimana. Non è
imminente”.
Il decreto fu tuttavia promulgato,
sebbene con una piccola modifica rispetto all’iniziale proposta di
Alemanno – apportata forse per non irritare eccessivamente gli americani
-, ovvero inserendo la possibilità di coltivazione di prodotti
transgenici previo varo di un decreto che definisse i principi e i
limiti della coesistenza. Lo stesso Alemanno ha tenuto a minimizzare i
fatti dipanando la coltre di mistero: “Più volte ci furono in quel
periodo incontri con l’ambasciata americana che sollecitava una
liberalizzazione nei confronti degli Ogm: ho risposto in
quell’occasione, sia in Consiglio dei ministro sia nei contatti diretti
con la stessa ambasciata, che non rispondeva agli interessi nazionali
perché il nostro agroalimentare era ed è di qualità incompatibile con
l’utilizzo degli Ogm in agricoltura”. Infine, l’attuale sindaco di Roma
ha chiosato assumendosi meriti: “In ogni caso il decreto fu approvato e,
a tutt’oggi, gli Ogm in Italia sono vietati proprio in base alle scelte
che feci da ministro dell’Agricoltura”.
Wikileaks diffonde, inoltre, i messaggi
scambiati tra varie ambasciate statunitensi in Europa nei quali il tema è
la necessità di attuare misure di “guerra economica” nei confronti dei
paesi dell’UE che si oppongono alle coltivazioni di Ogm. In particolare,
si fa riferimento alla Serbia e alla renitenza del governo di Belgrado
di tradire la sana tradizione agricola del Paese aprendo agli Ogm.
Affinché la Serbia cedesse all’innovazione attuando leggi per accettare
cibi e semi geneticamente modificati, gli Stati Uniti agitarono la
minaccia del ricatto: la mancata approvazione di una legge a favore
degli Ogm sarebbe valsa la mancata entrata del paese balcanico
nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Finora, la Serbia
mantiene la sua linea anti-Ogm. Sintomatiche in questo senso le parole
di Saša Dragin, ministro dell’Agricoltura serbo: “Produzione e consumo
di Ogm restano proibiti e la Serbia continuerà a produrre alimenti
sani”.
Nessun commento:
Posta un commento